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Book review
New York Manhattan. The High Line Linear Park,
section edited by Carlo Gasparrini and Valeria Sassanelli in Monograph.it

Patrizia Gabellini

Review's Selected Passages

Monograph.it
Carlo Gasparrini ha curato con Valeria Sassanelli, nel secondo numero della monomagazine “Monograph.it” del 2010, un ampio servizio dedicato al riutilizzo della High Line di New York: New York Manhattan. The High Line Linear Park. L’esperienza viene ricondotta al Landscape Sensitive Design, argomento dell’intero numero a cui sono espressamente riferiti anche i lavori di cinque studi di architettura e urbanistica, fra cui quello di Gasparrini. Se alle due parti della rivista (sull’High Line e sui progetti recenti degli studi di progettazione) si aggiungono i diversi editoriali, si ha lo spaccato di un modo di intendere l’architettura e l’urbanistica che rende riconoscibile una rete di protagonisti europei, molti dei quali coinvolti anche nella costruzione di questa impresa editoriale. Una rete certamente composita, ben rappresentata in alcune sedi universitarie, il cui lavoro trova un’utile chiave interpretativa nell’editoriale di Douglas Spencer, dal titolo Landscape Urbanism, Praxis and the Spatial Turns, relativo alle diverse posizioni presenti nel movimento denominato Landscape Urbanism. (...)

High Line
Una ferrovia sopraelevata, costruita negli anni Trenta per il trasporto delle merci, che corre parallela al fiume Hudson lungo il West Side di Manhattan ad un’altezza di 30 piedi dal suolo attraversando un'area caratterizzata in passato dalla presenza di magazzini, depositi e fabbriche nei distretti di TriBeCa e Lower Manhattan, Greenwich Village, Chelsea, South Clinton e North Chelsea, Clinton, dopo lunghi anni di abbandono (dismessa nel 1980) è stata trasformata in un parco lineare di 120 ettari. Conservazione quasi integrale della struttura in ferro come testimonianza del passato industriale, un progetto botanico attento alla vegetazione cresciuta spontaneamente negli anni dell’abbandono, un disegno minimalista di spazi e arredi, l’attenzione per il contesto (affacci e risalite, preesistenze, funzioni) sono gli ingredienti del progetto che ha vinto la competizione internazionale del 2004. (...) 

I nodi
La costruzione del servizio di Gasparrini e Sassanelli, attraverso la composizione tematica di quattro pezzi, introduce altrettante chiavi di lettura capaci di mostrare le opportunità di trasformazione del territorio contemporaneo.  Già i titoli scelti - L’inaspettata rivincita dello spazio aperto di Manhattan, Raccontare Manhattan passeggiando sulla High Line, Un soggetto collettivo per un progetto di paesaggio, Volando sopra Manhattan - mettono in evidenza i motivi di interesse e altrettante questioni rilevanti per un diverso modo di fare urbanistica:
• la fondamentale capacità dello spazio aperto di uso pubblico di promuovere la ricomposizione dei tanti pattern eterogenei che formano la città contemporanea;
• l’indispensabile presenza di un soggetto collettivo in grado di attivarsi per promuoverlo, caratterizzarlo e prendersene cura;
• la necessità/capacità del progetto contemporaneo di intercettare esigenze inespresse e pratiche sociali;
• il carattere generativo di nuovi sguardi e diverse percezioni sollecitati da esperienze a più scale, a terra e dall’alto. (...)

Spazio aperto di uso pubblico e ricomposizione
Gasparrini pone l’accento proprio su questo significato dell’operazione, che nel contesto newyorkese e americano appare “inaspettata”, come conferma anche l’intervista rilasciata a Sassanelli dall’animatore dell’organizzazione no-profit Friends of the High Line. Robert Hammond, infatti, la considera frutto di un concetto maturato in Europa (come preservare vecchie infrastrutture ed edifici industriali dismessi) e portato nella competizione dagli architetti europei che sono risultati la maggior parte dei partecipanti. Se Hammond sottolinea l’affermarsi della sensibilità progettuale europea, Gasparrini fa risalire allo shock dell’attentato alle torri gemelle l’apertura di un dibattito che, allora focalizzato sui modi della ricostruzione, ha aperto gli occhi sulla città: “il concorso di progettazione su Ground Zero, la definizione di ‘Principi’ discussi collettivamente, sono un patrimonio di idee e di pratiche che impressiona: sembra impossibile che una città come questa possa comportarsi come la comunità di un piccolo paese e rovesciare i modi e le forme attraverso cui si è costruita nel tempo, nella fretta e nell’assoluto isolamento autoreferenziale di ciascun tassello” (p. 311). (...) 

Soggetti, attuazione e pratiche sociali
L’interesse di un progetto che, prima ancora di diventare realtà ha meritato una mostra al MoMa per il suo carattere anticipatorio, si accresce decisamente di fronte alla qualità della sua realizzazione e agli effetti indotti, mostrati in modo convincente da una ricca successione di foto centrata su modi e intensità d’uso. Ma induce anche a interrogarsi sul processo che ha reso possibile la metamorfosi, e nell’intervista a Robert Hammond si trovano le risposte circa le “condizioni” necessarie: abitanti motivati e organizzati, capacità di fare lobbying, uso di procedure collaudate (il trasferimento dei diritti edificatori – TDR)... (...)

Patrizia Gabellini

Patrizia Gabellini è professore di Urbanistica al Politecnico di Milano. Tra le sue principali pubblicazioni: Il disegno urbanistico (Nuova Italia Scientifica, Roma 1996), Tecniche urbanistiche (Carocci, Roma 2001), Piani urbanistici in Italia. Catalogo e documenti dell’Archivio RAPu (con B. Bonfantini e G. Paoluzzi, Maggioli, Sant'Arcangelo di Romagna 2008), Fare Urbanistica (Carocci, Roma 2010).



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This is a review for:

  • [Book] Monograph.it - n.2

    by AA. VV. - Conceived and edited by P. Scaglione
    New York High Line section edited by C.Gasparrini and V.Sassanelli