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Città latenti. Un progetto per l'Italia abusiva
Federico Zanfi
La città abusiva è il più vasto progetto collettivo mai realizzato nel nostro paese.
La proiezione nello spazio e nel futuro di un certo modello famigliare, di un immaginario e di un sistema di abitudini omologati (a loro volta intrecciati ad una implicita e mai del tutto controllata politica di auto-organizzazione) che ha drammaticamente influenzato lo sviluppo urbano italiano, non soltanto nel Mezzogiorno.
Osservato da vicino nelle sue forme e nelle sue storie, ad oltre tre decenni di distanza dai momenti caldi che ne accompagnarono la nascita e le prime fasi di crescita, questo paesaggio abitato ci svela che le sue attese di futuro si sono in realtà esaurite da tempo, dissolte entro la domanda di qualità espressa dalla società contemporanea, e che la sua costruzione perennemente non finita testimonia – più che una curiosa modalità di crescita “aperta”– l’esplicito fallimento del disegno collettivo che a quel paesaggio è sotteso.
Città latenti è un’ipotesi di futuro per questo versante della città meridionale, che riflette sulle sue possibilità di trasformazione sovvertendo i presupposti formali e procedurali fino ad ora mantenuti dalle Politiche Pubbliche e dalla Legge sul Condono Edilizio. Sono i materiali esistenti – fisici e sociali – che vanno osservati con uno sguardo diverso e che possono essere riattivati alla luce di una serie di inedite convenienze che proprio il fallimento del progetto iniziale sta diffusamente svelando nelle pieghe del territorio.
"Non sono solo dei territori, ma è un’intera porzione della nostra società che Federico Zanfi ci conduce a osservare. Qui vive una società molecolare che ha costruito uno spazio a sua immagine e somiglianza, senza rispettare regole che non fossero quelle individuali. Costringendoci a ragionare su quanto abbiamo tutti rifiutato di vedere, Città latenti descrive una condizione generale delle nostre società urbane; una formidabile metafora del nostro tempo."
Stefano Boeri, Facoltà di Architettura e Società, Politecnico di Milano
"Per superare la città abusiva è necessario conoscere le sue patologie, distinguerle, mettere in campo strategie capaci di intersecare i comportamenti degli attori e di coinvolgerli nel cambiamento. La costruzione concreta di ponti stabili tra l’interesse individuale e quello collettivo è possibile solo mettendo insieme capacità di ascolto ed immaginazione, disponibilità ad apprendere e determinazione. Città latenti è una riflessione che va oltre l’opposizione tra il razionalismo repressivo del moderno e l’apologia postmoderna dell’autocostruzione e propone di innescare il riformismo dell’intelligenza."
Francesco Cassano, Facoltà di Scienze Politiche, Università di Bari
CONTENTS
I. Sullo sfondo
1. Immagini
I fatti di Agrigento
Libertà di costruire
Due lenti, due schermi
Ecomostri
2. Politiche
Controllo e recupero
Autocostruzione oggi
Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere abusive
Un’interpretazione delle fasi più recenti dello sviluppo italiano
3. Nuove questioni
Un progetto in crisi
Una diversa attenzione
II. Sul territorio
1. Note per un progetto di descrizione
Distinguere nel grigio
Il presente di un futuro esaurito
Un montaggio di descrizioni ravvicinate
2. Un’antologia di paesaggi ricorrenti
Ardea
Comiso
Macconi
Marina di Mancaversa
Serrazeta
Marina di Strongoli
3. Sei processi collaterali
Tarmatura, Espansione, Infiltrazione, Erosione, Densificazione, Saturazione
Incompiutezza come possibilità
III. Sul progetto
Logiche d’intervento per un’agenda plurale
1. Azioni comuni
Responsabilizzare
Coltivare l'immaginazione
Piccoli modelli di futuro praticabile
2. Spazio negativo
Fluidificare
Incentivare dotazioni
Attivare la natura
3. Processi di sottrazione
Decostruire
Spostare
Lasciar deperire
ABOUT THE AUTHOR:
Federico Zanfi, architetto, ha conseguito il dottorato di ricerca in Progetti e Politiche Urbane presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove è docente a contratto di Progettazione Urbanistica. Ha lavorato con l’agenzia di ricerca Multiplicity ed è co-curatore di Post-it City, mostra sulle forme temporanee di spazio pubblico prodotta dal Centre de Cultura Contemporànea de Barcelona.
Suoi contributi sono comparsi in diverse pubblicazioni tra cui Mira como se mueven. 4 ideas sobre movilidad (Fundación Telefónica, Madrid 2005) e Superluoghi. Notizie dalla metropoli quotidiana (Damiani, Bologna 2007).
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