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L'amalgama. Fertilizzazioni tra Italia e Stati Uniti d'America nella costruzione della città
a cura di Antonio Pietro Latini
Qual è stata la percezione delle città americane da parte di “colti” osservatori italiani e viceversa quale percezione hanno avuto delle città italiane “colti” osservatori americani nello svolgersi delle diverse fasi che hanno segnato il secolo appena trascorso?
La visione iniziale appare fortemente dualistica: il classico bipolarismo tra le “città del futuro” (l’audacia delle architetture verticali dei primi grattacieli americani, il mito del “pioniere”, lo sviluppo accelerato delle tecnologie, ma anche l’eccesso di tutto ciò) e le “città del passato” (l’indiscutibilmente ricco patrimonio strorico e culturale italiano, tuttavia non di rado sclerotizzato tra lo slancio dell’innovazione e i freni del conservatorismo, incapace di trovare un equilibrio tra i due estremi).
Più complessa e sfumata la bipartizione delle percezioni più recenti dove si rilevano “descrizioni di estremo degrado e di estrema creativita” che questa volta accomunano entrambi i lati dell’Atlantico. Di ciò hanno discusso studiosi italiani e americani, nell’ambito di una conferenza ospitata dall’Accademia americana di Roma nel 1999, e questo libro ne riporta oggi alcuni contributi resi tanto più attuali dagli interrogativi che la “globalizzazione” reca con sé.
Sono gli interrogativi sostanziali che riguardano i criteri di ottimizzazione dello sviluppo in generale, evidentemente non solo negli scambi culturali tra Italia e USA, come il Curatore sottolinea nelle Contaminazioni dell’epilogo: “Esiste un equilibrio tra salvaguardia di una tradizione culturale e possibilità di migliorare le condizioni di vita attraverso una innovazione legata al confronto, alla “contaminazione”? È possibile indirizzare lo sviluppo verso questo equilibrio? È ovvio che queste non sono domande che ammettono risposte semplici o univoche. Come base di riflessione, però, stimolano considerazioni su alcuni criteri di selezione ed uso di modelli che forse varrebbe la pena di approfondire”.
Contributi di P. Avarello, P. Bassetti, P. Ceccarelli, D. Cecchini, E. Costa, S. Eckstut, M. Fagiolo, S. Garano, A. B. Jacobs, F. Karrer, F. Koetter, R. Mamoli Zorzi. F. Tentori, M. Vaudagna
Planum
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