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Padiglione ITALIA Expo Milano 2015
ITALY Pavilion Milan Expo 2015
a cura di Luca Molinari, direzione artistica Nemesi,
fotografie di Luigi Filetici
UN LABORATORIO PER IL FUTURO
di Luca Molinari
La visita a un cantiere può sempre essere un’inaspettata fonte di sorprese e scoperte. Un edificio in costruzione raccoglie tutto il potere della visione che si fa forma e materia, oltre ad avere la capacità di raccontare molto del progetto e delle sue aspettative, del modo di lavorare e di presagire il futuro.
Il cantiere è una scommessa molto difficile da gestire perché tra le sue carni di ferro, vetro e cemento si comprimono i desideri, i saperi e le attese di chi ha progettato l’edificio, di chi lo ha voluto e di chi lo sta realizzando, in attesa, chiaramente, di chi poi lo verrà ad abitare.
Queste sensazioni si sono moltiplicate all’ennesima potenza la prima volta che ho potuto visitare il cantiere del Padiglione Italia nel sito di Expo 2015.
Fino a quel momento c’erano stati solo disegni, rendering, racconti e immagini prese molto a distanza, ma poi la visita accurata del sito ha avuto il potere di chiarire molti elementi che erano rimasti in sospeso e, insieme, di aprire visioni inattese.
Il confronto è quello con un edificio complesso e a modo suo difficile per la storia di cui è portatore: l’unico corpo di fabbrica immaginato per rimanere, ideato per rappresentare il nostro Paese e con una dimensione doppia rispetto a tutto quello che verrà realizzato nell’area Expo.
Ma di questo non possiamo certamente ritenere responsabile il gruppo dei progettisti che ha vinto un concorso internazionale, rispondendo alle richieste di un bando molto dettagliato e chiaro nei suoi obiettivi.
Nell’aprile del 2013 sessantotto studi professionali si sono presentati con una proposta per il nuovo Padiglione Italia, partecipando a uno dei pochissimi concorsi internazionali indetti all’interno di Expo 2015. La richiesta era legata alla progettazione dell’edificio principale e a una serie di architetture realizzate intorno al Cardo, che avrebbero fatto da ala d’ingresso al padiglione del Paese organizzatore di questa importante manifestazione.
L’intero sistema prevede circa 27.000 m2 realizzati, di cui oltre la metà destinati a rimanere anche dopo la fine di ottobre a memoria di Expo e insieme come cardine di un sistema di spazi pubblici e piantumati che saranno la vera memoria collettiva e la base da cui ripartire per il ripensamento integrale di questa nuova porzione di città.
ENGLISH VERSION
Visiting a construction site is always an unexpected source of surprise and discovery. A building under construction harnesses all the power of a vision brought to life, as well as revealing much about the architectural concept and its expectations, its methods and vision of the future.
The building site is a difficult wager to manage, because compressed into its flesh of steel, glass and concrete are the desires, knowledge and expectations of those who designed it, those who commissioned it, those who are building it and, clearly, those who will then occupy it.
These sensations were multiplied exponentially the first time I was able to visit the construction site of the Italy Pavilion for Expo 2015.
Until that moment there had only been blueprints, renderings, descriptions and images, but then a proper visit to the site clarified many aspects that had eluded me, and opened unexpected visions.
What we have is a building that is complex and, for the history it carries, difficult: the only pavilion destined to remain after the Expo, designed to represent our country, twice the size of all the other architecture on the Expo grounds.
But for this we certainly cannot hold responsible the group of architects who won an international competition by responding to the very detailed and clear objectives articulated in the brief.
In April of 2013, sixty eight professional studios presented their proposals for the new Italy Pavilion, participating in one of the very few open international competitions announced for Expo 2015. The request was to design the main building and a series of structures situated around the Cardo, that would function as an entrance wing to the pavilion of the organizing country of this important event.
The entire system called for approximately 27,000 square meters of constructed area, more than half of which would remain after the end of October, as a memento of the Expo and also as the hub of a system of public spaces and green areas that would be the true collective memory and the basis upon which to completely rethink this new portion of the city.
CONTENTS
• Un laboratorio per il futuro | A laboratory for the future
• Expo 2015: dialogo con Giuseppe Sala |
Expo 2015: conversation with Giuseppe Sala
• Padiglione Italia: dialogo con Diana Bracco |
Italy Pavilion: conversation with Diana Bracco
• Un piacere italiano | An Italian treat
1. FORESTA URBANA | URBAN FOREST
• Progettare il Padiglione Italia | Designing the Italy Pavilion
• Lo spazio emergente | Emergent space Masterplan
2. UN’ARCHITETTURA SISTEMICA | A SYSTEMIC ARCHITECTURE
• Un progetto corale: dialogo intervista con il team di progettazione |
A collective project: interview with the architectural team
• La prestazione energetica di Palazzo Italia |
The energy performance of Palazzo Italia
• Il progetto definitivo | The definitive project
3. UTOPIA CONCRETA | CONCRETE UTOPIA
• Utopia concreta | Concrete utopia
• L’ingegneria nel progetto | Engineering the project
• Come si vince una sfida | How to win a challenge
• Genesi e costruzione della foresta pietrificata |
Genesis and construction of the petrified forest
• Fronde d’acciaio | Steel branches
• La crisalide | The chrysalis
• La nuova dimensione del costruire | The new dimension of building
4. FABRICA CONTEMPORANEA CONTEMPORARY FABRICA
• Fotoracconto del cantiere | Photo album of the building site
• L’opera completata | The completed building
5. APPARATI | APPENDIX
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