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A window on: Buenos Aires




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"Che Buenos Aires racconti; che la società ricordi…", questo il programma di recupero degli spazi, caserme, magazzini che la dittatura ha usato negli anni Settanta - un periodo di grandi scontri sociali e grandi speranze di rinnovo - per far sparire 'la meglio gioventù' del paese.
La capitale è città di un argentino su tre, ma è la memoria collettiva della nazione intera, quella nazione celebrata dalle vie intitolate ai padri fondatori, ai presidenti, ma anche a generali e colonnelli golpisti.
La nazione si mostra magnifica e maestosa al turismo internazionale, rispolverando i tesori di famiglia: il Cabildo, la Casa Rosada, il Teatro Colón e sfoggiandone di nuovi, Puerto Madero in primis. Una nazione che lentamente e con molta fatica sta iniziando a fare i conti con un passato forse troppo recente, un passato che qualcuno vorrebbe definitivamente rimosso, ma che invece è ancora fortemente presente nella mente e nel corpo di uomini e donne che con determinazione, da trenta anni, lo rendono presente alla memoria collettiva scavando, recuperando, sottolineando le tracce che ha lasciato nella città fisica.

IN DOWNLOAD:
Spazi (des)aparecidos *, by Claudia Gatti
Costruire la memoria * , by Claudia Gatti

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 Gli articoli contrassegnati con il simbolo (*) sono stati pubblicati anche su "Urbanistica Informazioni" n.215/2007.


 

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