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(IBIDEM) no.7 Le Letture di Planum | 1 Editoriale 1 Reportage e 9 Recensioni
Ibidem è un avverbio della lingua latina che sta a significare 'in quello stesso luogo', ma qual è il luogo di (ibidem)? Scelto da Marco Cremaschi, il titolo di questa rivista rimanda a un luogo insieme libresco e urbano, allude a una relazione profonda tra i libri e le città. Ci sono libri capaci di catturare lo spirito inquieto della vita urbana così come ci sono città in cui soltanto è possibile scrivere certi libri. Ovviamente i libri possono parlare di qualsiasi cosa, ma quando parlano di città non c'è forse tra il libro e il suo argomento una risonanza speciale?
I recensori di (ibidem) sono sensibili a questa risonanza in quanto lettori assidui e studiosi della città. Alcuni anni fa, Mario Carpo ha messo bene in risalto i nessi tra la stampa a caratteri mobili e la teoria architettonica rinascimentale. Altrettanto si potrebbe fare con la teoria urbanistica domandandosi per esempio cosa ci sia di 'tipografico' nella città dopo Gutenberg e cosa ci sia nel libro stampato di profondamente urbano. La ricerca seminale di Marshall McLuhan sulla nascita dell'umanità tipografica ha tratto diretta ispirazione dagli scritti sulla città di Lewis Mumford, uno degli autori che Giancarlo Paba ricorda nel suo editoriale dedicato in questo numero alla passione per i libri e le città. Schopenhauer scrisse una volta che «la vita e i sogni sono pagine dello stesso libro». La nostra lettura sequenziale e diurna degli eventi lascia il posto di notte a una lettura erratica e onirica, che oscilla tra la memoria del passato e la premonizione del futuro. Le città e i libri che parlano di città potrebbero a loro volta essere parte di uno stesso luogo vissuto e immaginato, percorso e narrato in una sorta di corpo a corpo necessario. A questo luogo (ibidem) rimanda i suoi lettori.
FIRST COLUMN / ENGLISH ABSTRACT
Ibidem is an adverb in the Latin language that means 'in that same place', but what is exactly the place of (ibidem)? Chosen by Marco Cremaschi, the title of this journal refers to a place both in books and in cities. There are books capable of capturing the restless rhythms of urban life as well as cities where only certain books can be written. Obviously, books can speak about anything. However, when books tell us about cities, isn't there a special resonance between the book and its subject? Our reviewers are sensitive to this resonance as readers and urban scholars themselves. Two decades ago, Mario Carpo explored the links between the invention of movable type and Renaissance architectural theory. Just as we could do with planning theory, researching for example what is 'typographic' in the city after Gutenberg as well as what is deeply urban in the printed book. Marshall McLuhan's seminal research on the birth of typographical humankind has drawn direct inspiration from the writings of Lewis Mumford, one of the authors Giancarlo Paba recalls in his editorial to this issue, dedicated to the passion for books and cities. Schopenhauer once wrote «life and dreams are pages of the same book». Our sequential and daytime reading of the events makes way at night for an erratic and dreamlike kind of reading, swinging between memories of the past and premonitions of the future. Cities and city-related books may in turn be part of the same lived and imagined, traveled and narrated place. It is to this place that (ibidem) refers its readers.
Luca Gaeta, "Prima Colonna"
in (ibidem) le letture di Planum n.7, vol.I/2017
INDICE | LIST OF CONTENTS
• Prima Colonna
Luca Gaeta
EDITORIALE
• Bookishness: sulla passione per i libri di architettura e città
Giancarlo Paba
REPORTAGE
• How do researchers generate and defend ideas in the planning eld?
Giulia Marra
LETTURE
• Tra improbabile e antifragile. Nuovi orientamenti di piani cazione
Alberto Clementi
• I partiti si sfaldano ma le associazioni reggono e tengono in vita vecchie fratture
Luigi Bobbio
• Il culto del patrimonio e l'aporia del passato
Francesco Ventura
• Città, sito, situazione: una prospettiva 'geoarcheologica'
Gian Piero Calza
• Il Ghetto di Venezia: storia, contraddizioni, mito e attualità
Francesca Mattei
• Radical densities
Silvia Gugu
• Attraverso le città, oltre l'urbanistica
Andrea Di Giovanni
• Comprendere la dimensione spaziale per innovare il welfare
Stefania Sabatinelli e Massimo Bricocoli
• La rinascita dei territori interni fra memoria e innovazione
Daniela Poli
STORIA DI COPERTINA
Trame di spazi e di storie
Fotografie di Cosmo Laera
LIBRI RECENSITI:
1. Arnaldo Cecchini e Ivan Blecić, Verso una piani cazione antifragile. Come pensare al futuro senza prevederlo, Franco Angeli, Milano 2016.
2. Tommaso Vitale e Roberto Biorcio, a cura di, Italia civile. Associazionismo, partecipazione e politica, Donzelli, Roma 2016.
3. Davide Cutolo e Sergio Pace, a cura di, La scoperta della città antica. Esperienza e conoscenza del centro storico nell'Europa del Novecento, Quodlibet, Macerata 2016.
4. Giuseppe Gisotti, La fondazione delle città. Le scelte insediative da Uruk a New York, Carocci, Roma 2016.
5. Donatella Calabi, Venezia e il ghetto. Cinquecento anni del «recinto degli ebrei», Bollati Boringhieri, Torino 2016.
6. Joel Kotkin, The Human City: Urbanism for the Rest of Us, Agate B2, Chicago 2016.
7. Alberto Clementi, Forme imminenti. Città e innovazione urbana, ListLab, Rovereto 2016.
8. Lucina Caravaggi e Cristina Imbroglini, Paesaggi socialmente utili. Accoglienza e assistenza come dispositivi di progetto e trasformazione urbana, Quodlibet, Macerata 2016.
9. Lidia Decandia e Leonardo Lutzoni, La strada che parla. Dispositivi per ripensare il futuro delle aree interne in una nuova dimensione urbana, Franco Angeli, Milano 2016.
Immagine di copertina: Ghetto di Venezia
Foto di Cosmo Laera 2014 ©
(ibidem) le letture di Planum n.7/2017.
Supplemento al n.34, vol I/2017 di Planum The Journal of Urbanism
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