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II Biennale dello Spazio Pubblico 'Prove di città'. Esperienze e azioni per uno spazio pubblico plurale in tempo di crisi
Cecilia Maria Saibene
Dal 16 al 18 maggio 2013, si è tenuta a Roma, presso la Casa dell’Architettura e i locali della Facoltà di Architettura di Roma Tre, la seconda edizione della Biennale dello Spazio Pubblico.
L’iniziativa ha avuto origine nel 2011, con la prima edizione, con l'intento di divenire un appuntamento periodico per riflettere sul tema dello spazio pubblico.
L’Osservatorio Permanente è lo strumento pensato per monitorare e valutare progetti e attività, analizzare nuove domande e questioni emergenti sullo sfondo di una città e di una società in rapida e continua trasformazione.
La prima Biennale era stata un’occasione di confronto su svariati temi che riguardano la progettazione e il governo del territorio; il rapporto pubblico/privato e il reperimento di risorse finanziarie; i comportamenti sociali e i diritti di cittadinanza; il ruolo delle Università e della cultura urbanistica; la partecipazione dei cittadini e le dimensioni della democrazia; l'arte pubblica e la comunicazione, sempre in stretta relazione con il tema dello spazio pubblico e le sue implicazioni nelle diverse dimensioni sondate.
'Prove di Città' è il titolo di questa seconda edizione, che sottolinea la necessità di spunti operativi relativamente al progetto dello spazio pubblico affinché questo possa costituire l’ossatura attraverso cui rigenerare i tessuti urbani secondo criteri di recupero e riuso dell’esistente, per un 'ritorno alla città' mosso da criteri di sostenibilità ambientale e sociale, di cittadinanza e partecipazione dei cittadini nella gestione dei beni collettivi anche attraverso la creatività sociale. La manifestazione è stata promossa dall’Istituto Nazionale di Urbanistica con la collaborazione di ANCI, Cittalia - Centro Ricerche delle Città e dei Comuni d'Italia, la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi Roma 3, il CNAPPC - Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori, Casa dell’architettura, Ordine degli Architetti di Roma ed il sostegno della Cornell University.
Ciò che ha contraddistinto la seconda edizione della Biennale è stata la dimensione processuale, sfociata poi nell’evento conclusivo della tre giorni romana. Diverse iniziative si sono infatti svolte nel corso dei due anni trascorsi per trovare compimento ed essere presentate nell’evento conclusivo della Biennale.
• 'Il Viaggio nei Comuni delle Buone Pratiche' ha mostrato l’importanza delle risorse professionali interne ai Comuni che riescono, nonostante un orizzonte di ristrettezze finanziarie, a promuovere e realizzare iniziative essenziali e innovative per il miglioramento dello spazio pubblico urbano, favorendo l’inclusione sociale. I concorsi e le call for paper hanno coinvolto progettisti, ricercatori, studenti, associazioni di cittadini attivi su temi attuali visti da molteplici angolazioni relativamente al progetto, all'aspetto gestionale, alle risorse, alla cittadinanza e alla cultura.
• Il progetto 'La Città che Vogliamo', ha promosso azioni di carattere inclusivo da svolgersi nella settimana compresa tra il 5 e il 12 maggio negli spazi pubblici di Roma più frequentati dai cittadini: parchi, giardini, piazze, strade, scuole, cortili. L’obiettivo del progetto è stato sensibilizzare le istituzioni e i cittadini stessi sul diritto di fruire degli spazi pubblici, in particolare da parte delle figure più 'fragili', e ha condotto alla definizione e all'organizzazione di undici iniziative di 'riappropriazione' inclusiva di spazi pubblici.
• Inoltre, la prima Biennale aveva lasciato in eredità l’intenzione di creare una 'Carta dello Spazio Pubblico', depositaria di principi che ispirassero l’azione pubblica e la mobilitazione di cittadini, di principi condivisi in merito all’ideazione, alla progettazione, alla realizzazione, al mantenimento e alla fruizione dello spazio pubblico affinché esso possa continuare ad assumere un ruolo primario all’interno della vita urbana, per la costituzione di una sfera pubblica vitale. Questa eredità è stata raccolta dalla seconda edizione.
INU e UN-Habitat hanno firmato un accordo fondato su due punti fondamentali: lo sviluppo urbano sostenibile e la diffusione di buone pratiche nella progettazione, nello sviluppo e nella gestione degli spazi pubblici nelle nostre città. La Carta dello Spazio Pubblico costituisce un tentativo ambizioso e non privo di problemi. È stata redatta nella giornata del 17 maggio in un workshop specifico, adottata nella plenaria conclusiva e viaggerà attraverso alcune conferenze internazionali fino a giungere ad Istanbul nel 2016 dove si terrà la Terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli Insediamenti Umani.
LA STRUTTURA DELLE TRE GIORNATE:
ATTIVITA', SEMINARI E PLENARIE
Il primo giorno della manifestazione è stato dedicato alla premiazione dei vincitori dei concorsi 'Quale spazio pubblico? Idee per nuove forme', 'Spazio pubblico | Network | Innovazione sociale', 'Progetto e gestione dello spazio pubblico' e dei concorsi fotografici 'Ritratti di Quartiere', 'SPAC - Spazi Pubblici Attivatori di Cittadinanza - Concorso Carla Melazzini' e al dibattito relativamente ad essi.
La giornata del 17 maggio si è aperta con l’introduzione e la presentazione delle attività a cura di Mario Spada, Coordinatore della Biennale, e Pietro Garau. Nel pomeriggio si sono svolti in parallelo 12 seminari e workshop, tra cui il seminario dedicato alla redazione della Carta dello Spazio Pubblico, con ospiti e relatori internazionali e interventi di breve durata realizzati da studenti, ricercatori e dottorandi che hanno mostrato i propri progetti.
La giornata conclusiva è stata organizzata attraverso la sovrapposizione di altri 15 momenti di lavoro, tra workshop e seminari, distribuiti lungo la mattinata e nel pomeriggio. Dopo un breve intervento sulla ricostruzione della Città della Scienza di Napoli - con Luigi Amodio e Massimo Pica Ciamarra - si è proceduto con l’assemblea conclusiva nella quale è stata adottata la Carta dello Spazio Pubblico.
I TEMI DELLA BIENNALE: APPROCCI E OCCASIONI DI SVILUPPO
I temi toccati all’interno di questa seconda edizione sono stati molti, tra i quali: il recupero delle differenti tipologie di spazi pubblici tradizionali (dallo spazio aperto verde agli spazi dei centri storici); il patrimonio pubblico dismesso da rigenerare o da reinventare nell'ottica dello spazio pubblico come bene comune (si vedano i seminari: Il progetto del parco e del verde urbano; Le scuole aperte come bene pubblico da restituire al territorio; Crisi e trasformazione delle biblioteche pubbliche; Dal bene confiscato al bene comune; Ex Mattatoio: un bene non comune), il rapporto tra spazio pubblico e mobilità (su questo invece Nuove opere di mobilità e riqualificazione urbana; La bicicletta e il ridisegno dello spazio urbano), il rapporto tra spazio pubblico e tempo (Planning times and spaces), l'esplorazione del rapporto tra spazi fisici e spazi virtuali nella produzione d’innovazione sociale (Spazi pubblici network e innovazione sociale), il progetto dello spazio pubblico nel sistema urbano e nella pianificazione generale e infine, il tema di fondamentale importanza ed estremamente attuale, della rigenerazione urbana in una fase di crisi economica, politica e sociale, che vede lo spazio pubblico come risorsa e opportunità per la creazione di una nuova urbanità anche attraverso azioni informali bottom-up. Si specifica che i due seminari Valorizzazione del patrimonio pubblico dismesso e Spazi pubblici network e innovazione sociale, hanno raccolto gli esiti derivanti dalle call for papers in collaborazione con l'Università degli Studi di Bologna.
Hanno partecipato oltre 2.000 persone, decine di Associazioni e Comitati, docenti, studenti, imprenditori, cittadini. Si sono alternati 440 relatori nazionali e internazionali, tra assemblee, seminari e workshop.
La Biennale ha offerto un’ampia panoramica delle modalità attraverso le quali si guarda al progetto dello spazio pubblico in Italia oggi. Molteplici approcci, saperi e figure professionali, si sono quindi integrate e sono emerse nel dibattito, aprendolo a numerose questioni e confronti.
Proprio l’enorme quantità di temi e sfumature rende difficile condurre ad una sintesi le questioni emerse. Durante l’assemblea conclusiva si è discusso, a tal proposito, su quale fosse la modalità più idonea per la diffusione di quanto emerso dai seminari e dai workshop, poiché è stato molto difficile coordinare e seguire le differenti attività organizzate. Il coordinatore Mario Spada ha chiuso lanciando già la Terza Edizione della Biennale dello Spazio Pubblico per continuare a diffondere la cultura dello spazio pubblico e non dissipare il lavoro, i temi e le questioni, fin qui emerse e strutturate.
Cecilia Maria Saibene
Planum.The Journal of Urbanism
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Online Resources and Links
• Biennale dello Spazio Pubblico 2013
• Istituto Nazionale di Urbanistica INU
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