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15 | 'Biografia sfiorata', espressione di una interpretazione possibile
Giulio Ernesti
This work of video-documentation is dedicated to the intellectual and moral figure of Giovanni Astengo and to the role he had in the Italian post-war town planning. Leonardo Ciacci, with his film - a kind of "only touched biography" - through Astengo, suggests a new necessity for a critical need for history, an historical renewed awareness of the objects of the discipline and the discipline itself. The film, that reconstructs the work, teaching, and the thought of Giovanni Astengo, lead to some crucial issues: the public-private relationship; the cognitive and pedagogic value of the plan; the method, continuously adjusting science and art through a continuous rethinking of the knowledge-action link considered as what can guarantee the legitimacy of urban planning and technical knowledge in a democratic government of changes.
This film invite the viewer to reconsider the Astengo foundational figure - particularly if narrated through the lens of his militancy - and to evaluate his relevance in the present days. Narrated in this way and removed any risk of close disciplinary identity, the scientific and cultural life of Giovanni Astengo reveal the need to problematize again, today, the relationship between disciplinary knowledge and society, politics, democracy, knowledge and common sense. This film chooses to address the issues of history in the light of the questions of the present. It is a challenge, even for those who strive to do historical disciplinary research, assuming a fixed point: that the city, as others have suggested, it is mainly again, now, a set of pockets of ignorance.
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Giovanni Astengo. Urbanista militante Director | Leonardo Ciacci |
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Il lavoro di documentazione dedicato con questo film alla figura intellettuale e morale di Giovanni Astengo e al ruolo da lui avuto nell'urbanistica italiana del dopoguerra, è una interessante dimostrazione di come si possa intendere in modo attivo l'arricchimento dell'archivio e allo stesso tempo produrre esiti originali di ricerca (cfr. L.Ciacci, B.Dolcetta, A.Marin, Giovanni Astengo. Urbanista militante, DVD + Libro, Marsilio, Venezia 2009). Esiti che si depositano nel film di Leonardo Ciacci - "montato" ricomponendo sequenze tratte da numerose interviste fatte a coloro che con Astengo hanno avuto un passato di collaborazione accademica e professionale con brani di filmati d'archivio - e nello scritto assai denso che l'accompagna, che di quelle immagini si nutre e allo stesso tempo alimenta, secondo un processo ricorsivo di conoscenza, che da luogo alla "biografia sfiorata" di cui parla Bruno Dolcetta, nella sua presentazione.
Attraverso l'Astengo militante che il film propone, prende corpo un'acuta necessità di storia, di consapevolezza storica, di disponibilità di fondamenti di conoscenza aggiornabili, in una fase - quella attuale - di profonde e rapide trasformazioni della società, degli oggetti della disciplina e della disciplina stessa. Tutto questo emerge sia dalla leggerezza della rappresentazione filmica, imperniata sull'affabilità e la pluralità dei racconti, sia dalla tematizzazione che li ordina, espressione di una interpretazione possibile.
Nel film, scanditi da inserti sonori di rotaie sferraglianti (Astengo deve aver passato gran parte della sua attivissima vita in treno, dove infine è morto, nel luglio del 1990), si susseguono temi e momenti che è possibile ricondurre ad alcune questioni cruciali: un rapporto pubblico-privato definito da una irrinunciabile visione razionale delle relazioni fra sviluppo urbano, attori e interessi; il valore dimostrativo e pedagogico del piano e della disciplina urbanistica: il metodo, continuamente aggiustato nella volontà di riconiugare costantemente scienza e arte (relazione istitutiva della disciplina sin dai suoi lontani esordi). Un metodo, in sostanza, che attraverso il continuo ripensamento del nesso conoscenza-azione si fa garanzia della legittimazione dell'urbanistica come sapere e tecnica del governo democratico. Un sapere esperto, in estrema sintesi, poi esposto ai conflitti di una società – quella italiana del secondo dopoguerra – che matura e metabolizza con difficoltà la propria tensione alla democrazia in un quadro di radicalizzata e insopprimibile polarizzazione, di impraticabile alternativa di governo, di insistito integralismo ideologico.
L'approccio necessario (verso cui il film orienta lo spettatore) è tornare ad affrontare una figura ritenuta fondante, vissuta come esemplare e come tale restituita attraverso la lente della militanza. Via Astengo, ci arriva una sollecitazione che sembra farsi carico di un profondo senso di disagio, di un sofferto bisogno di riferimenti, anche rassicuranti: a fronte dei processi di disarticolazione e inattesa riarticolazione sociale in atto; della decostruzione inesorabilmente in essere del patto sociale fordista; dell'indubitabile crisi della capacità di rappresentanza delle forme tradizionali della politica; della spesso rimossa problematizzazione del rapporto istituzioni – società; dei nuovi spazi, tempi e modi dell'interazione sociale; delle forme della conoscenza, questione, questa, forse pregiudiziale. Questioni e temi di ricerca, questi, che il film di Leonardo Ciacci pare suggerire, sollecitando soprattutto a storicizzare la militanza astenghiana e, per tale via, a sondarne la spendibilità all'oggi.
Ma vi è di più. Tramite Astengo e la sua "militanza disarmata" sembra si possano leggere tra le righe altre semplici e urgenti domande: l'urgenza di un bilancio; cosa portare nel nuovo mondo; come maneggiare i materiali, le esperienze, i simboli e l'immaginario di una tradizione. Rimosso il rischio dell'arroccamento identitario, le vicende disciplinari e culturali di Astengo (e non solo, ovviamente), avvertono della necessità di problematizzare, oggi, il rapporto che corre fra sapere disciplinare e società, politica, democrazia, conoscenza e, ancora, fra il sapere disciplinare e il proprio senso comune. E' indispensabile tornare a riflettere sul nesso conoscenza-azione assumendo che la produzione di conoscenza(e) vada bel oltre il campo esperto, che rimandi piuttosto ai cosiddetti saperi dell'esperienza o conoscenza ordinaria; che cioè implichi la disponibilità del sapere disciplinare all'apprendimento di ciò che consente di approssimare i tratti distintivi della nostra società: in estrema sintesi, il suo crescente grado di differenziazione e pluralizzazione, che s'intreccia con quella dei diritti di cittadinanza.
Affrontare tutto ciò e altro ancora, sembra essere il richiamo di un film che sceglie di confrontare le questioni della storia alla luce degli interrogativi del presente. Una sfida anche per chi si sforza di fare ricerca storica disciplinare. In tal caso assumendo un punto fermo: che la città, come altri hanno suggerito, è di nuovo oggi prevalentemente un insieme di sacche di non conoscenza.
Giulio Ernesti
Università IUAV di Venezia
Dipartimento di Progettazione e Pianificazione in Ambienti complessi
E-mail: giulio.ernesti@iuav.it
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GIOVANNI ASTENGO URBANISTA
Piani Progetti Opere - Urbanistica
Planum
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