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15 May 2014 – 16 May 2014
XVII Conferenza Nazionale SIU L'URBANISTICA ITALIANA NEL MONDO. Prospettive internazionali, contributi e debiti culturali (CALL FOR PAPERS CLOSED)
Milano, Italy
SIU | Società Italiana degli Urbanisti
In un campo planetario sempre più urbano e sempre più interconnesso, il confronto tra le culture della pianificazione e della progettazione urbanistica sembra convergere sui grandi temi ispirati dalla coscienza dei limiti dello sviluppo, emersa con forza a partire dall’ultimo quarto del novecento. Il confronto nella ricerca di soluzioni adeguate a problemi di scala e intensità sempre maggiore muove da tradizioni e da culture che sono radicate tuttora nei rispettivi ambiti nazionali. La mobilità internazionale delle conoscenze e delle intelligenze, attraverso il mondo accademico e professionale, stimola il reciproco apprendimento, frutto a volte anche di fertili incomprensioni e di scomode convivenze. Proprio per questi motivi è opportuno riflettere per cogliere appieno l’originalità e la reciproca influenza delle matrici che contribuiscono al discorso contemporaneo sul governo del territorio.
La Società Italiana degli Urbanisti invita, in particolare, a discutere sui modi e sulle forme del confronto tra la nostra cultura disciplinare, cresciuta nelle scuole di architettura e di ingegneria civile e ambientale, contraddistinta dalla forte attenzione alla forma dello spazio antropizzato e all’interazione tra processi di urbanizzazione e ambiente, e le altre culture del sempre più vasto orizzonte col quale interagiscono i nostri saperi, le pratiche professionali, la didattica e la ricerca scientifica.
Da questa impostazione complessiva derivano una serie di approfondimenti, che possono riguardare tanto il ruolo attivo dell’urbanistica italiana nel mondo d’oggi e nel recente passato, come attività professionale e come “scuola di pensiero”, quanto l’assorbimento di altre culture da parte dell’urbanistica italiana in termini di metodi analitici, di tecniche e di questioni da trattare. Fare il punto sulla relazione della nostra comunità scientifica con le altre, che sono state e sono per noi un riferimento, costituisce lo sfondo rilevante per una molteplicità di scopi: definire le nuove competenze necessarie nella formazione di figure professionali capaci di inserirsi nel mercato globale del lavoro e della ricerca; contribuire nel merito al dibattito in corso sull’agenda urbana europea nel quadro della politica di coesione; rivendicare la formulazione di temi originali, come la conservazione dei centri storici e dei paesaggi di cui è ricca l’Italia, ma anche la sperimentazione di pratiche innovative in contesti geograficamente e culturalmente distanti; riconoscere le carenze strutturali che ritardano il recepimento di temi di ricerca ormai consolidati altrove, tra cui, ad esempio, quello dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili nel loro impatto sui sistemi urbani, territoriali e ambientali.
I lavori della conferenza si articolano, come di consueto, in incontri plenari e in atelier. Agli incontri plenari sono invitati a contribuire studiosi il cui apporto conoscitivo possa arricchire la riflessione critica di tutti i partecipanti alla conferenza. Gli atelier sono i luoghi della discussione, per temi specifici, articolati in sessioni parallele. Coordinatori e discussant rielaborano le questioni emerse dai lavori presentati, pongono domande agli autori e sollevano problemi coordinando la discussione. Quest’anno si propongono due tipi di contributi agli atelier attraverso paper e poster. Chi contribuisce con un poster può comunque consegnare un paper, in aggiunta al poster, il quale sarà pubblicato negli atti della conferenza. I temi degli atelier si articolano come segue:
ATELIER 1 |
• Insegnare e fare ricerca in un orizzonte internazionale e multiculturale
Coordinatori: Massimo Bricocoli e Camilla Perrone
I programmi di formazione in urbanistica sono stati in questi ultimi anni segnati da un crescente orientamento all’internazionalizzazione. I limiti strutturali e la riduzione delle risorse per la ricerca in Italia hanno portato a cercare oltralpe interlocutori e fonti di finanziamento. L'immissione di studenti stranieri, la diffusione di offerta formativa in lingua inglese, il quadro competitivo della ricerca europea sono fattori rilevanti nella riorganizzazione di scuole e dipartimenti. Tuttavia, un’interpretazione più consapevole della dimensione internazionale della formazione e della ricerca universitaria è chiamata a misurarsi con altre sfide e sollecitazioni: l'immissione di temi al centro del dibattito internazionale, il confronto tra metodi e scuole di pensiero diverse fra loro, l'introduzione di una dimensione comparativa, la mobilità internazionale. Come cambia l’insegnamento dell’urbanistica? Quanto un’accresciuta dimensione internazionale porta nuove sollecitazioni e apre ad una prospettiva di ricerca e di formazione interculturale? Quali contributi di metodo è utile incorporare oltre i più consueti modelli europei e americani? Come e cosa viene valorizzato dell’esperienza italiana? Quali i limiti e le sfide nel medio e lungo termine? L’atelier si propone di discutere contributi ad una riflessione critica su esperienze e prospettive della formazione e della ricerca urbanistica in un orizzonte internazionale.
ATELIER 2 |
• L’urbanistica moderna italiana nel contesto internazionale
Coordinatori: Giulio Ernesti e Renzo Riboldazzi
La cultura urbanistica italiana maturata tra l’inizio del XX secolo e gli anni Settanta è anche il riflesso di una fitta rete di scambi intellettuali e professionali internazionali. Architetti, ingegneri, amministratori pubblici, politici, economisti e giuristi italiani parteciparono attivamente ai principali congressi europei ed extraeuropei dove prese corpo l’urbanistica moderna e l’Italia fu essa stessa la scena del dibattito internazionale sul futuro della città e del territorio (si pensi, per citarne alcuni, al congresso dell’Aipcr tenutosi a Milano nel 1926, a quello dell’Ifhtp svoltosi a Roma nel 1929, al Ciam di Bergamo del 1949). L’apertura dell’urbanistica italiana alla cultura internazionale è poi testimoniata dalla pubblicazione o dall’esposizione di piani, progetti ed esperienze esteri, dalla diffusione degli scritti di autori stranieri, dall’opera di progettisti italiani fuori dai confini nazionali e, in generale, dall’infittirsi delle relazioni che singoli professionisti o associazioni di categoria intrattennero con i protagonisti dell’urbanistica d’oltralpe e d’oltreoceano. L’atelier intende indagare da un lato le specificità del contributo italiano alla formazione della cultura urbanistica moderna occidentale, dall’altro l’influsso che questa ebbe sui caratteri di quella nazionale.
ATELIER 3
• Piani, programmi e interventi nella cooperazione internazionale e nei Paesi emergenti
Coordinatori: Daniela De Leo con Egidio Dansero e Silvia Macchi
L’atelier vuole offrire una occasione di incontro confronto su teorie e casi studio che permettono di riflettere sul ruolo della pianificazione e delle scuole di planning italiane, all’interno delle iniziative di cooperazione decentrata e per lo sviluppo. L’attenzione si concentra sul cambiamento delle conoscenze e delle competenze “necessarie per” e “prodotte dalle” scuole di planning e dai planner in molte esperienze internazionali, in cui i ricercatori sono i principali “fornitori di servizi” o “risolutori di problemi”, invece che soggetti in grado di sviluppare una conoscenza approfondita per il miglioramento delle città e dei territori oltre i confini nazionali. L’atelier si configura, quindi, come uno spazio di presentazione e discussione di ricerche e studi che consentano di mettere sotto osservazione la capacità di affrontare l’internazionalizzazione delle pratiche e la formazione che passa attraverso i progetti di cooperazione decentrata e nei Paesi emergenti, considerando la continua ridefinizione dei “confronti disciplinari”, le diverse professionalità oltre che l'allargamento della platea di studenti provenienti anche dal "global south" che sempre più popolano (e popoleranno) le nostre scuole. Avendo a che fare con spazi e geografie differenti occorre, infatti, adeguatamente misurarsi con la vicinanza di ciò che è lontano (nella sfide della tolleranza e del superamento degli approcci neocoloniali) e la distanza di ciò che è vicino (nelle forme sempre più insidiose di conflitto e segregazione sociale e spaziale nelle città del mondo).
ATELIER 4
• Agenda urbana europea/italiana: un ruolo rinnovato delle città?
Coordinatrici: Valeria Fedeli ed Elena Marchigiani
Siamo alle soglie della nuova programmazione europea. Focus del programma Horizon 2020 e dei fondi strutturali sono le città, motore di un diverso sviluppo. Lo stesso orientamento sembra, in Italia, permeare le riflessioni del Comitato interministeriale per le Politiche urbane (Agenda Urbana Nazionale), nell’intento di colmare un vuoto pluridecennale. Una serie di termini e concetti tornano a focalizzare l’attenzione (place based policies, pianificazione strategica, città metropolitane, smart city, per citarne alcune), lasciando immaginare qualche residuo potenziale di innovazione, ma anche persistenti limiti interpretativi e contraddizioni. L’Atelier mette al centro le riflessioni in corso nelle città in funzione del ciclo 2014-2020, con riferimento ai programmi in preparazione da parte delle Amministrazioni locali. Alcune questioni appaiono particolarmente rilevanti: come declinare i temi lanciati dall’Europa in un’agenda concreta per le città italiane; come inserire le progettualità finanziate in un “fare” quotidiano reso sempre più complesso dalla carenza di risorse economiche; come interfacciare una realtà urbana fatta per lo più da città di piccole e medie dimensioni con la prospettiva (avanzata dal CIPU) di una riorganizzazione dei canali finanziamento in funzione di una classificazione in città metropolitane, territori snodo, aree interne. Un ulteriore aspetto attiene a interdisciplinarità, intersettorialità, co-progettazione e collaborazione tra soggetti istituzionali e non che, pur costituendo i perni delle politiche europee, nel nostro Paese stentano a diventare prassi ordinaria di governo. In tal senso è importante ragionare su come le città si stiano confrontando con la sfida di una profonda innovazione di approcci progettuali e stili d’azione pubblica.
ATELIER 5
• Le culture politecniche dell’urbanistica italiana
Coordinatori: Maurizio Tira e Roberto Bobbio
Tra le due guerre, l’insegnamento dell'urbanistica è stato introdotto nelle Scuole di Ingegneria e in quelle di Architettura e alle figure professionali dell’ingegnere e dell’architetto è riservata la responsabilità dei Piani. Il primo corso di urbanistica in una facoltà di Ingegneria è stato istituito nel 1928 al Politecnico di Milano. Fin dall’inizio, l'approccio è quello della “tecnica urbanistica”, ossia della pianificazione e gestione della città con particolare riferimento al contesto fisico-ambientale e ai sistemi urbani (le reti, gli impianti, i servizi, ecc.). Tale specificità ha acquisito una valenza particolare con il crescere delle preoccupazioni ambientali e l'esplodere della domanda di mobilità. L’architetto che contestualizza il progetto edilizio e disegna la forma della città è stato una specificità e un’eccellenza italiana del ‘900. A fine secolo, ricerche morfologiche, sperimentazioni di progetto urbano, progetto di suolo hanno segnato stagioni interessanti senza tuttavia ricompattare attorno ad un coerente corpus teorico e disciplinare le competenze di questa figura di professionista e intellettuale. Oggi, quando alla pianificazione territoriale servono nuovi saperi, qual è il senso e il valore di questa figura? Il dilatarsi degli orizzonti culturali e del mercato professionale le apre nuovi spazi? Nel resto del mondo essa suscita ancora interesse? L’atelier si interroga sulla specificità delle due tradizioni e sull’attualità di una differenziazione tipicamente italiana, che tuttora sembra persistere nei nuovi progetti formativi. Un’integrazione è possibile / auspicabile?
ATELIER 6
• Urban design: la via italiana
Coordinatrici: Antonella Bruzzese e Laura Montedoro
La cultura del progetto urbano in Italia affonda le proprie radici nel campo disciplinare dell’architettura. Tuttavia la necessità di trattare efficacemente le dimensioni dell’incertezza delle condizioni di contesto, della variabilità del sistema degli attori, della necessaria flessibilità delle previsioni, ha dato luogo nel tempo a interessanti sperimentazioni di forme del progetto che si collocano ad una scala e in una posizione intermedie tra il piano e il progetto definitivo. Progetti norma/guida/sonda, nuove forme di masterplan, linee guida, indirizzi per la progettazione testimoniano questa ricerca. Sul solco di altre tradizioni internazionali, l’urban design – disciplina assai più recente nella sua definizione – ambisce ad occupare una analoga scala del processo progettuale, lasciando intravvedere interessanti ambiti di sovrapposizione. Esiste una specificità italiana alla definizione degli strumenti utili a orientare questa scala e questo tempo intermedio della progettazione? Quale contributo essa può dare alla riflessione internazionale sul tema? E in cosa può essere fertilmente alimentata da altre tradizioni? L’atelier si propone di stimolare la discussione intorno a questi temi, raccogliendo materiali progettuali e riflessioni critiche.
ATELIER 7
• Scienze del territorio e progetto spaziale
Coordinatrici: Daniela Poli e Maria Rita Gisotti
Progettare territori contemporanei richiede l’abilità di rimettere in relazione parti frammentate di territorio, dando risposta alla smisuratezza degli agglomerati urbani che sempre più caratterizza il territorio abitato in un'ottica globale. In molti contesti soprattutto europei il territorio aperto, se riletto alla luce dei servizi ecosistemici, gioca un ruolo centrale nel ricostruire il senso di luoghi che appaiono marginali. La stessa riqualificazione dei sistemi insediativi riparte dalla valorizzazione dei territori di riferimento e dal riconoscimento del loro essere strutture complesse, originate dall’interscambio fra più componenti (geologica, idrografica, ecologica ecc.). La complessità delle problematiche da affrontare necessita di un dialogo costante fra discipline, esperienze e culture politecniche orientate al progetto spaziale di territorio in un costante dialogo con l’approccio adottato in altri paesi. L’atelier intende discutere su queste tematiche anche attraverso casi studio nazionali e internazionali, mettendo in luce le modalità con cui l’urbanistica e la pianificazione italiane dialogano con le altre discipline e in che modo lo studio comparato delle esperienze internazionali può fornire contaminazioni e contributi utili a una più completa maturazione.
ATELIER 8
• Concetti nomadi e trasmigranti in urbanistica
Coordinatori: Michelangelo Russo e Massimo Angrilli
Cosa accade ai concetti quando passano da una scienza all’altra? E quando migrano da un contesto geografico e culturale ad un altro? L’urbanistica, che ha sempre guardato fuori da sé per costruire i propri apparati disciplinari, è una disciplina soggetta a continue evoluzioni, la cui naturale connotazione è quella di legare saperi e pratiche alle dinamiche culturali, economiche, ambientali e sociali del contemporaneo. Il tema del nomadismo dei concetti tra diversi saperi e campi disciplinari è una costante nella storia dell’evoluzione delle scienze. Per l’urbanistica può essere interessante indagare il nomadismo anche in termini di trasmigrazione di concetti tra differenti contesti nazionali e culturali: nozioni quali resilienza, metabolismo urbano, riciclo e definizioni quali sprawl o shrinking, assumono significati e connotati profondamente diversi in Europa piuttosto che in Asia o in America, cioè in realtà dove gli ordinamenti sociali, culturali ed economici hanno generato forme spaziali e modelli interpretativi radicalmente differenti. Ci si chiede se in questo quadro sia riconoscibile – e in che misura – una specifica “differenza italiana”. Obiettivo dell’atelier è portare alla luce, attraverso i contributi dei partecipanti ed eventuali casi studio, quei concetti nomadi e trasmigranti in grado di mettere in evidenza la multilateralità delle interpretazioni del fenomeno urbano contemporaneo per innovare conoscenze, interpretazioni, ricerche e progetti.
ATELIER 9
• Rigenerazione dei quartieri: esperienze europee a confronto
Coordinatore: Giovanni Laino
Con questo atelier ci si propone di realizzare un confronto dopo alcuni decenni in cui, nelle città italiane, vi è stato un tentativo di europeizzazione delle politiche urbane di rigenerazione dei quartieri, che partivano da una serie di assunti, più o meno espliciti, adottati dai decisori e dagli attuatori in modi più o meno convinti, retorici o convincenti. Le promesse dell’approccio area based, della pur contenuta apertura dei processi decisionali con forme di partecipazione degli abitanti, l’implicazione di soggetti del terzo settore e di esperti dell’Università, l’approccio tendenzialmente integrato con rilevante attenzione alle condizioni economico sociali dei beneficiari, in genere sono stati assunti da centinaia di programmi e progetti anche per ottenere i finanziamenti europei. Oggi sono mature le condizioni per condividere una riflessione, critica e seria di queste esperienze e considerare le prospettive. L’atelier si svolgerà con una modalità tesa a massimizzare l’effettivo confronto e la discussione fra i partecipanti a partire dalle testimonianze, riflessioni e questioni poste dai contributi che verranno selezionati.
PARTECIPAZIONE ALLA CONFERENZA
Gli abstract non devono superare le 3.000 battute (spazi inclusi) e devono contenere iseguenti elementi:
I. Titolo, Autore/i, Recapiti, Affiliazione, Atelier di riferimento, parole chiave (in numero di 3);
II. Formato prescelto: full paper (FP); oppure poster con short paper allegato agli atti (PSP)
III. Tesi sostenuta
IV. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni;
V. Prospettive di lavoro.
AVVERTERNZE IMPORTANTI:
• Una diversa articolazione dell’abstract sarà motivo di esclusione;
• Chi intende partecipare agli atelier con un poster deve in ogni caso inviare un abstract verbale con le modalità sopra indicate, eventualmente integrato da un bozzetto.
SCADENZE
Gli abstract dovranno pervenire entro il 10 Febbraio 2014 per la preventiva approvazione al seguente indirizzo email: siu.conferenza2014@gmail.com
Il comitato scientifico della SIU darà comunicazione agli interessati dell’accoglimento delle proposte entro il 28 febbraio 2014.
I paper, di lunghezza non superiore a 20.000 battute (spazi inclusi), oltre a eventuali figure e tabelle, dovranno pervenire al suddetto indirizzo email entro il 10 aprile 2014. Entro la stessa data dovranno pervenire i poster in formato PDF unitamente a un paper di lunghezza non superiore a 10.000 battute. I poster saranno stampati su carta in formato A1 verticale a cura degli organizzatori.
SPESE DI ISCRIZIONE
Partecipazione alla sola conferenza
Senior 150,00 € / Junior 80,00 € (ridotti a 140,00 € e 70,00 € se versati entro il 15 aprile)
Partecipazione alla sola conferenza per soci SIU (individuali o affiliati a un socio istituzionale)
Senior 120,00 € / Junior 60,00 € (ridotti a 100,00 € e 50,00 € se versati entro il 15 aprile)
Iscrizione individuale alla SIU per il 2014 (non richiesta se affiliati a un socio istituzionale)
Senior 100,00 € / Junior 50,00€
Partecipazione alla conferenza + iscrizione individuale alla SIU per il 2014
Senior 200,00 € / Junior 100,00 € (ridotti a 180,00 € e 90,00 € se versati entro il 15 aprile)
Nota 1: sono considerati Senior il personale di ruolo di atenei e pubbliche amministrazioni di qualsiasi età, nonché tutti i partecipanti maggiori di anni 40.
Nota 2: l’elenco aggiornato dei soci istituzionali della Siu è pubblicato su: www.societaurbanisti.it
MODALITA’ DI PAGAMENTO
Bonifico sul conto corrente intestato a:
SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI
Via Bonardi 3, 20133 Milano
Presso:
Banca Popolare di Sondrio
IBAN IT29 J056 9601 6200 0001 0007 X37
BIC ‐ SWIFT P0S0IT22
Causale: CONFERENZA SIU MILANO
INFO E CONTATTI
Email: siu.conferenza2014@gmail.com
Web: www.societaurbanisti.it
Event schedule:
- Start: 05-15-2014
- End: 05-16-2014.
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ISSN 1723-0993
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